domenica 16 ottobre 2011

CIAO ROSA

OGGI ...RICORDO UNA DONNA SPECIALE....UNA DONNA PIENA DI VITA E DI AMORE ...


MARIA ROSA NATALE....
 
 

sabato 8 ottobre 2011

discariche abusive a villa torre e ortona...

venerdì 7 ottobre 2011

dimissione del sindaco

 
Centrale turbogas, il sindaco Fratino non firma il parere e si dimette
Il sindaco Nicola Fratino
Ortona. Il sindaco di Ortona Nicola Fratino non firma il parere sulla centrale Turbogas in contrada Sant'Elena e si dimette. La decisione è arrivata dopo il Consiglio comunale di ieri incentrato sull'argomento, assemblea che si è chiusa polemicamente a causa della contrapposizione politica sull'avvio della centrale, già realizzata sul territorio comunale. Durante la seduta si sarebbe dovuto discutere del parere comunale circa la centrale, atto dovuto che il sindaco aveva annunciato, ma che di fatto non ha emesso rassegnando le sue dimissioni.
I lavori del Consiglio si erano risolti con l'abbandono delgli scranni da parte dell'opposizione, ma a fine serata Fratino si era dichiarato disponibile firmare il parere da inviare alla Regione per completare l'iter in corso, come ha dichiarato a caldo, dopo la seduta, girando l'ultima parola sulla questione alla Regione, invece poi è sopraggiunta la decisione di dimettersi.
Ortona entra quindi in campagna elettorale anzitempo, se la questione non rientrerà nei prossimi 20 giorni. Il voto era previsto per la prossima primavera, la crisi scoppiata dopo il Consiglio di ieri anticipa tempi e scenari politici e riapre il confronto su opportunità e sviluppo della città e del suo territorio.
Intanto Paolo Cieri, titolare della Cieri Vini di Ortona e fratello del vice sindaco Lucio Cieri, è da ieri sera in sciopero della fame «perché il sindaco di Ortona, Nicola Fratino, deve tutelare la salute dei cittadini come la legge gli impone e emettere il parere sanitario sulla Turbogas. Andrò avanti ad oltranza - spiega l'imprenditore - fino a quando il sindaco non farà la persona seria e si deciderà ad affidare a un istituto gli studi necessari su aria, rumore e quant'altro per capire quali sono le ricadute, non solo economiche, sulle aziende limitrofe alla Turbogas che lavorano con gli alimenti».
Ieri il consiglio comunale e le dichiarazioni del sindaco sul parere.
"Il parere del Comune sarà in linea con gli altri pareri già avuti dall'amministrazione: ho ribadito in Consiglio comunale che il parere è un atto tecnico ed è uno degli atti tecnici necessari. Un parere sanitario del sindaco che va sulla scorta di quello dei tenici Asl e Arta, ne abbiamo chiesto anche uno tecnico in più che si è aggiunto alle analisi del Mario Negri Sud, sempre sollecitate dall'amministrazione. Noi non possiamo fare altro che recepire tutti i pareri e dare il nostro sì a condizione che si  risponda alle prescrizioni. Sarà la Regione a decidere. Per il Comune, per questo aspetto, l'analisi è di fatto conclusa". Commenta così il sindaco di Ortona Nicola Fratino la seduta del Consiglio comunale convocata sul parere dell'amministrazione circa l'avvio della centrale Turbogas in contrada Sant'Elena. "Iter concluso, tutto passa nelle mani della Regione", Fratino chiude in modo tecnico la questione diventata in aula motivo di contrapposizione politica.
Una seduta movimentata, finita con il polemico abbandono dell'aula da parte della minoranza a fronte della diserzione anche dei consiglieri di maggioranza. «Ancora una volta la minoranza ha dato prova di cerchiobottismo - sbotta il capogruppo del Pdl Remo Di Martino a Consiglio comunale vuoto - ma si sono sottratti e se ne sono andati ora il sindaco sa lui quello che deve fare e lo farà. Il Consiglio era stato convocato perché il problema andava affrontato, andavano discusse le problematiche inerenti al tema, argomenti che dopo la discussione avrebbero potuto sfociare in provvedimenti, ma loro se ne sono andati ed è finita così».
Resta mobilitato il Comitato dei cittadini, anche se uno spiraglio alla centrale la gente lo apre: «Il comitato vorrebbe che prima che si accendesse la Turbogas ci fossero tutte le garanzie che allo stato dell'arte non ci sono - dicono i cittadini del comitato contro la centrale a fine seduta - perché quando la società le fornirà sarà plausibile l'accensione, fino ad allora vogliamo che resti ferma. Prepareremo altri esposti da portare davanti alla magistratura civile e penale, solo se arrivassero le garanzie il dialogo si potrebbe riaprire».
I lavori in aula.
La seduta era cominciata all'orario previsto la seduta del Consiglio comunale ad Ortona incentrata sul via libera alla centrale turbogas di contrada Sant'Elena, della società Tamarete, ma è durata poco meno di un'ora come detto con l'abbandono di maggioranza e minoranza. Eppure era una seduta attesa per le decisioni del sindaco Nicola Fratino e dell'assemblea consiliare per il parere e un dibattito diventato più politico che di merito tecnico, tanto che, come accaduto al Centro Oli di contrada Lazzaretto, (l'Eni aveva realizzato un pozzo con tutti i permessi dati da Comune, Regione e Ministeri) anche questa volta si sono mobilitati ambientalisti e agricoltori per innescare una pressione politica e mediatica. A presidiare il Consiglio c'erano anche i Carabinieri, fermento ora però che l'opera è stata conclusa.
Quando i lavori sono iniziati, il sindaco Nicola Fratino ha preso la parola ricordando che lui non può sottrarsi dal dare parere positivo alla società Tamarete, sottolineando anche che in caso di dubbi e perplessità: «Ambientalisti e cittadini possono rivolgersi alla magistratura». Una seduta iniziata con tante assenze sugli scranni della maggiornaza, tanto che l'opposizione dopo aver rilevato che tale assenza va letta come «fallimento politico per il centrodestra, perché non riesce a confrontarsi in aula su un progetto così importante per la comunità», non ha escluso la possibilità di disertare i lavori proprio a causa della mancata presenza dei consiglieri di centrodestra.
Fra una schermaglia e l'altra in aula sono arrivati anche i rappresentanti della società che a fronte al blocco subito dall'iter della centrale che ha ricevuto tutte le approvazioni sulla messa in funzione, non ha escluso la richiesta di risarcimenti milionari a causa della paralisi.
Ma chi si aspettava una discussione dell'argomento, ha dovuto assistere solo ad una seduta caratterizzata dalle polemiche e dalle assenze di maggioranza e opposizione, che ne hanno determinato la fine.
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Nel caso dell'Eni, la società non solo ha rinunciato al progetto di Centro Oli, ma ha smantellato tutto il suo centro logistico, lasciando una scia di posti persi e di progetti non realizzati, voltando le spalle alla città. Al posto del Centro oli a contrada Lazzaretto sono rimasti terreni incolti e due fiumi: Arielli e Foro; tra i più inquinati d'Abruzzo, dove si contano 100 discariche abusive, tra cui i reflui dei comuni che più gridano contro "l'inquinamento del Centro oli".
Anche allora il Consiglio comunale non riuscì a prendere una decisione netta tanto da proiettare Ortona a capitale delle "città dei no", pagandone però il caro prezzo di rimanere fanalino di coda economico ed occupazionale di tutta la fascia adriatica abruzzese. Nel caso della Tamarete, l'impianto è stato realizzato, e da Regione, Arta fino alla Asl, i permessi sono stati positivi. Dal Comune, invece il parere, tarda ad arrivare, e si tratta di due anni di attesa, tempi che le imprese giudicano "mostruosi". Naturalmente ogni cosa è migliorabile e, quando si parla di ambiente, l'attenzione rimane alta.
Per l'azienda, però, sono state realizzate opere per garantire la maggior sicurezza ambientale, dimostrando di essere pronta anche al dialogo con istituzioni e associazioni. Gli ambientalisti, invece, sono sul piede di guerra, i cartelli recitano "non avvelenate i nostri sogni", ed hanno dato alla stampa un documento del Mario Negri Sud, che alleghiamo, dove nelle conclusioni, il Centro di ricerche di santa Maria Imbaro, prevede delle indicazioni relative a :"campagne periodiche di monitoraggio nei luoghi di massima ricaduta delle emissioni allo scopo di determinarne la presenza e la concentrazione". Questa indicazione è stata distorta e rilanciata sulla stampa come "Centrale pericolosa". In Consiglio comunale, questa sera si prevedono posizioni dei singoli consiglieri e dei partiti variegate tra loro. Ad Ortona, inoltre, sono alle porte le elezioni amministrative e la parte da protagonista la reciteranno le contrade (15 mila cittadini risiedono nelle aree agricole e 10 mila nel tessuto urbano), in tal modo le zone extraurbane avranno un certo peso nel condizionare il voto e la vittoria di uno schieramento sull'altro, così nell'assemblea ortonese su temi ambientali si determinano maggioranze trasversali, dove spesso la sinistra si unisce con la destra, in un balletto che finora ha bloccato la città: crescono i disoccupati, chiudono le imprese, infrastrutture sempre più carenti, e la mancanza da parte dell'amministrazione di imbastire una sola iniziativa in maniera coesa, in difesa dei giovani, dei disoccupati e di quanti sperano nel rilancio della città.

PAOLO CIERI IN SCIOPERO DELLA FAME??? POVERETTO....SOLO ORA HA CAPITO LA CAZZATA DICIAMO FATTA ANCHE DAL FRATELLO LUCIO CIERI...AVETE VOLTO LA CENTRALE TURBOGAS?...AVETE DISPOSTO NEL 2001 L'OK CHE ORTONA DIVENTAVA UNA ZONA DI PRODUZIONE ENERGIA ELETTRICA DI VECCHIO STAMPO?
AVETE NEL 2005 CAMBIATO IL PRG DA ZONA AGRICOLA A ZONA INDUSTRIALE??? BENE ORA PATITE...

IL SINDACO SI E DIMESSO

Ortona, il sindaco Nicola Fratino si è dimesso. Maggioranza in pezzi sulla Turbogas

ORTONA. Si è dimesso questa mattina il sindaco di Ortona Nicola Fratino.





Conferenza stampa prevista alle 12 in Comune. Al momento il sindaco non rilascia dichiarazioni e anche la sua portavoce conferma che commenti e motivazioni verranno spiegate ai giornalisti tra 30 minuti. Nei giorni scorsi il clima era diventato incandescente. In città si sono rianimati i comitati che protestano contro l'attivazione della Turbogas in contrada Tamarete e qualche giorno fa in Consiglio il sindaco aveva mostrato l'atto firmato con cui si conclude l’iter per autorizzare l’attivazione della centrale. Ieri, invece, l'associazione dei consumatori Codici aveva chiesto a Fratino di soprassedere «dall’assunzione di qualsiasi provvedimento» per l'impianto. In caso contrario, ha annunciato Giovanni D'Andrea, responsabile regionale, «l'associazione si riserverà di tutelare le ragioni dei cittadini «in tutte le sedi giudiziarie competenti».
Quello dell'annuncio delle dimissioni non è un evento nuovo nei due mandati del sindaco Fratino. In questi anni la sua maggioranza è sempre stata litigiosa ma ha sempre saputo ricomporre i dissidi accontentando le varie istanze dei partiti che lo appoggiano.
07/10/2011 11.32 FONTE PRIMADANOI.IT

FURBO PERO' PRIMA A FIRMATO PER LA CONCLUSIONE DELLA CENTRALE TURBOGAS E POI SE DIMESSO....

giovedì 6 ottobre 2011

PERICOLO AMBIENTALE....

Emissioni industriali pericolose? Cittadini in rivolta ad Ortona
ORTONA. Un esposto alla Procura della Repubblica di Chieti firmato da 48 cittadini per chiedere di «valutare eventuali responsabilità» per «l'insorgenza di patologie irritative e respiratorie da emissioni industriali».
*CHIETI, POCO INQUINAMENTO MA STRANI PESTICIDI NELL’ARIA. ECCO I DATI ARTA




Il documento è stato inviato anche alla Asl di Chieti e all'Arta («per valutare una revisione o riforma degli atti autorizzativi» e analizzare i livelli emissivi), alla Provincia di Chieti e al sindaco di Ortona Nicola Fratino. Sotto accusa un impianto industriale della zona che a detta dei cittadini avrebbe già provocato disagi nel recente passato. Ora sarà la procura della Repubblia di Chieti a verificare eventuali responsabilità.
I residenti di Contrada Alboreto raccontano che dal 26 al 30 settembre scorso molti di loro hanno accusato, «chi più chi meno, malessere, vertigini, senso di nausea, vomito, bruciore ed irritazione degli occhi con lacrimazione, secchezza delle fauci, tosse, difficoltà respiratorie, laringite con abbassamento della voce. L’insorgenza della sintomatologia», raccontano nell'esposto, «si è accompagnata alla percezione di un forte e molesto odore bituminoso. La constatazione di massive emissioni di vapore e/o fumi spinte dal vento dal vicino insediamento industriale, fino a ridosso delle abitazioni, ha lasciato e lascia supporre che responsabili dei predetti disturbi siano proprio i prodotti e/o le sostanze contenute in quelle emissioni».
Anche in passato i residenti raccontano che si sono sofferti, «oltre al forte e continuo rumore, già fonte di grande disagio» anche «disturbi irritativi».
Questi sarebbero provocati dai macchinari dell’impianto industriale «che lavora i materiali e dalle manovre continue dei mezzi pesanti adibiti al trasporto degli stessi e del prodotto finito. Gli inerti, ammucchiati in cumuli estremamente cospicui a cielo aperto a distanza irrisoria dalle case, producono un grande quantitativo di polveri con conseguenze immaginabili».
Anche il Comitato Osservatorio Ortona interviene sulla vicenda e sottolinea che a breve entrerà in funzione nella stessa zona l’adiacente impianto turbogas della Tamarete Energia srl: «si teme che si creeranno ulteriori gravi disagi e tensione sociale nella popolazione residente, già duramente provata dal notevole peggioramento della qualità dell’aria nell’area immediatamente adiacente alla centrale».
«Si confida», chiude l'esposto dei residenti, «nel tempestivo intervento di codeste autorità competenti, dal momento che il protrarsi delle succitate emissioni rischia di aggravare le patologie emerse». I cittadini parlano inoltre di situazione «invivibile» che «genera grande angoscia ed incertezza per la propria salute e per quella dei familiari».
In città è in atto da mesi una dura battaglia contro alcuni impianti che vengono ritenuti dai cittadini dannosi o pericolosi mentre l’amministrazione cittadina si dice d’accordo alle installazioni.
06/10/2011 13.42
CHIETI, POCO INQUINAMENTO MA STRANI PESTICIDI NELL’ARIA. ECCO I DATI ARTA
CHIETI. «Tutto sommato a Chieti si respira aria buona». A dirlo è il sindaco Umberto Di Primio ma a confermarlo sono i risultati un’indagine scientifica dell’ Arta.
Per  quasi un mese (da18  luglio al 16 agosto) ha  monitorato la qualità dell’aria in  zona di Madonna delle Piane e di via Travaglini a Chieti bassa. Ma c’è chi come il Wwf frena gli entusiasmi parlando della presenza di strani pesticidi. Il laboratorio mobile dell’Arta, ha effettuato rilevamenti per verificare la quantità di monossido di carbonio, biossido di azoto, ozono, polveri sottili, idrocarburi policiclici aromatici, toluene e oxilene presenti nell’aria.
Risultati?Abbastanza soddisfacenti  e nei limiti della legalità se si considera che il valore medio del monossido di carbonio, nella zona rilevata è di 0,8 microgrammi per m3 rispetto al limite prescritto per legge di 10 microgrammi per m3. Per quanto riguarda il biossido di azoto, invece, il valore medio riscontrato è di 26 microgrammi per m3 a fronte di un massimo di 200 microgrammi per m3 consentiti, il benzene è presente in di 0,3 microgrammi per m3 rispetto al valore massimo di 5 microgrammi per m3. Non sono stati rilevati, inoltre, superamenti del valore limite giornaliero di 50 microgrammi per m3 per quanto riguarda le particelle di polveri sottili, il cui valore medio è stato di 24 microgrammi per m3.
Qualche preoccupazione in più l’ha creata l’ozono che si è attestato sempre sotto i 180 microgrammi per m3, mentre il 13, 14 e 15 agosto ha superato  il valore obiettivo per la protezione della salute umana fissato in 120 microgrammi per m3.
 «Le concentrazioni degli inquinanti monitorati», spiega l’assessore all’ambiente Emilia De Matteo,«anche se sottoposti a variazioni durante le ore della giornata in funzione della circolazione veicolare e della direzione dei venti, rientrano comunque nei limiti prescritti dalla legge per tutto il periodo dei controlli così come si evince dalla relazione dell’Arta, trasmessa al Comune. Si faranno ulteriori verifiche e monitoraggi sulla qualità dell’aria estesi a tutto il territorio cittadino».
 Anche se ora, la preoccupazione più grande deriva dallo studio commissionato dall’associazione Villablocc e WWf e reso noto pochi giorni fa che riporta invece una serie di indicatori di inquinanti  pesticidi non più in uso, presenti nell’’aria.
«Quello che faremo», dichiara Di Primio, «appena entreremo in possesso ufficiale dei documenti del Wwf è inoltrare una denuncia alla Procura della Repubblica perché verifichi con gli strumenti a disposizione della Polizia giudiziaria la provenienza di questi pesticidi. Se ci fossero delle violazioni le stesse devono essere sottoposte alla Magistratura. Ma», conclude il sindaco mettendo le mani avanti, « quello che sarà possibile faremo; va anche ricordato che la zona di Madonna della Piane rappresenta il più grosso snodo viario della città di Chieti, essendo l’Università e l’Ospedale situati in questa zona, quindi un contesto urbano non di aperta campagna ma fortemente antropizzato per la presenza di abitazioni, ferrovia, asse attrezzato, e industrie quali le trafilerie che fanno attività fortemente impattante sull’ambiente».
«Quel monitoraggio, come abbiamo già avuto modo di sottolineare», commenta Nicoletta Di Francesco responsabile locale del Wwf, «rappresenta un positivo atto di buona volontà, ma è assolutamente insufficiente, perché troppo breve (appena un mese) e perché effettuato nel cuore dell’estate, con molte fabbriche chiuse e con una incidenza del traffico imparagonabile a quella degli altri mesi dell’anno.  Il WWF continuerà dunque a chiedere interventi costanti e non episodici a tutela della salute dei cittadini e con pieno spirito di collaborazione sta inviando in questi giorni agli enti locali, Comune compreso, i risultati dei propri rilievi sulla qualità dell’aria a Chieti Scalo, organizzati in collaborazione con Villablocc e portati avanti per un intero anno dall’Università di Siena».
CODICI: «FERMARSI CON LA TURBOGAS DI ORTONA»
ORTONA. Nei giorni scorsi il sindaco Nicola Fratino ha firmato l'atto con cui si conclude l’iter per autorizzare l’attivazione della centrale turbogas. Ma per qualcuno la vicenda è ancora tutta aperta. L’Associazione Codici invita, infatti, il Comune di Ortona a soprassedere «dell’assunzione di qualsiasi provvedimento» per la centrale della Tamarete Energia Srl.
In caso contrario, annuncia Giovanni D'Andrea, responsabile regionale, l'associazione si riserverà di tutelare le ragioni dei cittadini «in tutte le sedi giudiziarie competenti». Un gruppo di ortonese si è infatti rivolta a Codici in quanto ritengono che possa derivare dall’entrata in funzione della centrale «un grave nocumento» in quanto «quest’ultima appare strutturalmente modificata da centrale a ciclo di funzionamento centralizzato in quello di centrale di “picco”, e, cioè, sostanzialmente, con funzionamento a ciclo aperto». Rischi di cui si parla da mesi ma l'amministrazione comunale ha scelto di andare avanti per la propria strada.
Sempre i residenti contestano le emissioni di tale centrale che «andrebbero ad aggiungersi a quelle derivanti dall’esistenza, nel territorio di Ortona, di una zona industriale i cui negativi influssi sull’ambiente non sono stati monitorati con studi recenti».
Codici ricorda anche che il Consorzio Mario Negri Sud ha dovuto paventare il rischio di insorgenza di patologie nella popolazione ortonese esposta agli inquinanti prodotti dalla centrale turbogas.
«Appare quanto mai opportuno», chiude D'Andrea, «procedere ad uno studio più attento ed approfondito delle tematiche di cui sopra, prima del rilascio di autorizzazione e/o pareri in materia sanitaria». L'invito verrà seguito dal sindaco Fratino?
06/10/2011 17.43 FONTE PRIMADANOI.IT
http://www.primadanoi.it/modules/articolo/article.php?storyid=8996&page=0

NICOLA CUCULO DALLA CASA PER ANZIANI...

Nicola Cucullo, dalla residenza per anziani con furore

L’INTERVISTA. CHIETI. «Nicola Cucullo? E’ nel salone. Lo riconosce subito». Gentile e precisa la reception del Centro residenziale per anziani di Pennapiedimonte.


Per chi lo frequenta da anni, salta subito agli occhi la figura di quel signore alle prese con carte e documenti, impegnato a scrivere l’ennesimo allarme per le «cose che non vanno». E’ sorpreso e contento della visita l’ex sindaco di Chieti da tempo un pò distaccato dalla vita politica ed amministrativa della città di cui è stato sindaco per tre mandati. «Sto lavorando a questa proposta per il porto di Ortona, bisogna attivare la ferrovia che c’è lì, ci sono i vagoni, le locomotive, i caselli, ma sta andando tutto in rovina. Debbo sollevare il problema, sto scrivendo di questo, sai che mi vogliono come sindaco anche lì?»
Ma Chieti, il primo amore, non si scorda mai… ho letto l’appello per l’università, il guerriero di un tempo ogni tanto rispunta…
«E’ una lotta di potere per chi comanda di più, chi è più gallo. Ma con tanti galletti non si fa mai giorno. Il pericolo è questa lotta si trasferisca tra i docenti, tra il personale, insomma dove non c’è buon sangue in questi momenti di crisi esplode tutto. Il mio timore è che l’università, che è sopra la politica, segua il cattivo esempio dei politici. Così sbanda e non fa onore né alla d’Annunzio, che è università di prestigio a livello nazionale, né alla città».
Su questo problema l’amministrazione comunale Di Primio si è mossa…
«Io direi che è un pò ferma, ostaggio della sua maggioranza. Il centrodestra ha imbarcato la Dc e ne paga le conseguenze. Io non mi sono mai alleato con loro, fuori tutti: con me solo i missini doc. Oggi per fare questi errori ci sono gli strateghi Fabrizio Di Stefano e Mauro Febbo, il gatto e la volpe. Ma sono identici, hanno gli stessi difetti e prima o poi litigheranno. Debbono ringraziare che sono spariti i protagonisti grandi della politica…»
Questo è un giudizio negativo sulla gestione del Comune?
«L’amministrazione si regge come gli ubriachi, si sostengono spalla a spalla, ma barcollano. Mi spiace per Di Primio, mio vice sindaco valoroso. Deve avere timore dell’Udc perché lo farà cadere senza pietà».
L’amministrazione Cucullo era molto presente sulla sanità, ora che succede?
«Quando Rosy Bindi era ministro della sanità venne a Chieti ed io, con la fascia tricolore, mi inginocchiai davanti a lei: eccellenza, le dissi, sono un suo avversario, ma debbo curare gli interessi della mia città. Qui ci sono debiti per 80 miliardi di lire, ci aiuti, la prego. Mi aiutò, fece arrivare i soldi, fu trasferito il vecchio ospedale, si andò avanti. Certo, ne ho fatte di “mattità”, è che non sempre me le ricordo tutte. Ricordo quando alzai la gonna per vedere le mutande della Nenna, che vestiva sempre elegante, sempre a posto… ma che fai Nicò, mi disse sorpresa. Gliel’ho ricordato quando l’ho vista poco tempo fa a Francavilla».
«Gesù Cristo, ne hai fatte di stupidaggini», interloquisce un amico con cui Cucullo divide le giornate. E’ un vecchio e noto ceramista di Rapino, non più in attività, che segue e condivide i discorsi dell’ex sindaco, soprattutto quelli sui suoi allievi politici che non lo cercano più. «Pensa a Mauro Febbo, l’ho fatto assessore senza che fosse stato eletto. E’ bastata una mia cartuccia e stava al comando di Chieti con me…»
Parlavamo di sanità…
«La sanità subisce l’ignoranza di chi la dirige e le invasioni di campo dei politici. Ho sempre pensato che l’azione deve seguire la conoscenza. Hai voglia a dire: Savoia, all’assalto. Prima devi sapere se hai le armi e contro chi combatti. In sanità ognuno tira a sé la tovaglia e quindi c’è confusione. Io prenderei degli esperti, non quelli che sanno di sanità per sentito dire, specie con i debiti di oggi. Non puoi far decidere i politicanti».
Un giudizio negativo dunque sulla politica di oggi?
«Non ci sono uomini giusti al posto giusto. C’è scadimento morale e professionale. Troppi imbrogli, ladri e azzeccagarbugli. Io li denunciavo subito, poi magari il Procuratore mandava a me l’avviso di garanzia. Rimpiango di essere stato troppo indulgente».
E sulla politica della regione?
«Manca un politico di peso nazionale. Povero Chiodi, si destreggia, ma è ostaggio, intorno ha troppi parassiti. L’ho ammirato quando si è proposto, ma deve stare più attento, come Di Primio. E’ un momento di crisi generale, anche la Chiesa ne risente e imita le lotte della politica. Ho l’impressione che certi vescovi non faranno il Papa».
Nostalgia di Chieti?
«A Chieti ci torno nella bara. Qualcuno mi viene a trovare e mi racconta. Qualche sera faccio sopralluoghi in città per vedere le cose che non vanno. Ricordi quando portavo il piccone?»
Ma c’è qualcuno che segue le sue orme ed il suo esempio?
«Non ho eredi, debbono ancora nascere. Non ho rubato, non ho un soldo, ho pensato solo al bene della mia città. La tua visita mi ha fatto piacere».
“Ciribinibin che bel faccin, che bel dentin”: la chiacchierata si interrompe all’improvviso. Cucullo invita l’amico a cantare e in due ripetono il ritornello.
«Sai… per passare il tempo - spiega il ceramista – le canzoni di prima erano più belle».
Sebastiano Calella   06/10/2011 9.07 FONDE PRIMADANOI.IT

sabato 1 ottobre 2011

Ortona, lo scandalo delle sale operatorie inaugurate e chiuse

ORTONA. «Le sale operatorie del presidio ospedaliero G.Bernabeo di Ortona, inaugurate in pompa magna il 24 giugno 2011, non sono ancora entrate in funzione».
A dirlo è Giuseppe Tatasciore, presidente del Tribunale dei diritti del malato che non si piega davanti alla promessa “non mantenuta” da parte del  direttore generale di aprire le sale per i primi di settembre 2011. «Siamo al 25 settembre», dice Tatasciore,«e, da informazioni assunte, a seguito di incresciose situazioni preesistenti ed irrisolte le sale operatorie non potranno essere funzionali, quindi la cosiddetta apertura sarà prorogata ancora una volta, si parla della metà ottobre».
Ancora una volta, quindi il nosocomio ortonese è al centro dell’attenzione per i suoi ritardi e piccoli problemi che impediscono la messa in funzione di reparti e strutture (come il centro operativo di fecondazione medicalmente assistita Fivet) già regolarmente inaugurate.
Ma facciamo un passo indietro.   I lavori, per l’apertura delle sale operatorie sono iniziati nell’agosto 2007 e, secondo le previsioni, dovevano concludersi in 18 mesi, per un costo pari ad un milione e 380 mila euro. Ma strada facendo, si sa, possono esserci degli imprevisti. E infatti, mentre i lavori erano in corso si sono verificati numerosi problemi di natura statica e funzionale che hanno reso necessario apportare modifiche al progetto originario.
Finalmente, dopo 4 anni, il blocco operatorio completamente rinnovato viene inaugurato ma le grane non finiscono perché a cose fatte, quando tutto sembra pronto per la messa in funzione delle strutture, ci si accorge che ci sono ancora problemi. «Si tratta», dice Tatasciore,«degli impianti di ventilazione per l’areazione che risultano non a norma, la porta di separazione ambiente sterile e  non, non è nello stato di efficienza normalizzata, la controsoffittatura non risulta a norma, di conseguenza deve essere smantellata e rifatta con i criteri stabiliti; sono “piccoli” problemi ma sono quelli che impediscono la corretta e puntuale apertura dell’apparato sale operatorie. Poi il direttore sanitario non intende assumersi alcuna responsabilità se non vengono colmate tutte le carenza di una messa a norma generale di tutto l’apparato sale operatorie».
E, dopo le parole di soddisfazione pronunciate durante l’inaugurazione tre mesi fa dalle istituzioni inneggianti al progresso e innovazione del nosocomio di Ortona, restano le domande di Tatasciore: «Di chi sono le responsabilità che l’abnorme caso comporta? Della ditta appaltatrice dei lavori? Del direttore dei lavori? Dei responsabili del dipartimento tecnico? Di chi aveva il compito di controllare il buon esito dei lavori? O dell’attuale dirigenza aziendale che non ha provveduto nel tempo affinchè tutti gli stadi di avanzamento di detti lavori venissero effettuati nelle norme stabilite evitando questo inconcepibile ritardo che inficia nel complesso lo sviluppo del presidio di Ortona e di conseguenza crea disagio al cittadino utente?».
m.b.  01/10/2011 8.58 FONTE PRIMADANOI.IT


Secondo me: Le colpe sono molteplici...in primis il direttore dei lavori che ho non capisce nulla di lavoro edile e non era mai presente..secondo il titolare del cantiere...3° l'ospedale se non erro ha un geometra vuol dire che neanche lui e competente. Poi si fa una inaugurazione senza aver tutti i requisiti cioè senza la certificazione della idoneità?? bhe ovvio siamo sotto elezioni il sindaco il presidente della provincia devono fare bella faccia...ora un centro di fecondazione assistita con un complesso operatorio non funzionante con reparto non funzionante a che serve?? sotto sotto c'è lo zampino della asl di chieti?? di danneggiare ancora Ortona per farlo chiudere??? tutto può essere.