venerdì 7 ottobre 2011

dimissione del sindaco

 
Centrale turbogas, il sindaco Fratino non firma il parere e si dimette
Il sindaco Nicola Fratino
Ortona. Il sindaco di Ortona Nicola Fratino non firma il parere sulla centrale Turbogas in contrada Sant'Elena e si dimette. La decisione è arrivata dopo il Consiglio comunale di ieri incentrato sull'argomento, assemblea che si è chiusa polemicamente a causa della contrapposizione politica sull'avvio della centrale, già realizzata sul territorio comunale. Durante la seduta si sarebbe dovuto discutere del parere comunale circa la centrale, atto dovuto che il sindaco aveva annunciato, ma che di fatto non ha emesso rassegnando le sue dimissioni.
I lavori del Consiglio si erano risolti con l'abbandono delgli scranni da parte dell'opposizione, ma a fine serata Fratino si era dichiarato disponibile firmare il parere da inviare alla Regione per completare l'iter in corso, come ha dichiarato a caldo, dopo la seduta, girando l'ultima parola sulla questione alla Regione, invece poi è sopraggiunta la decisione di dimettersi.
Ortona entra quindi in campagna elettorale anzitempo, se la questione non rientrerà nei prossimi 20 giorni. Il voto era previsto per la prossima primavera, la crisi scoppiata dopo il Consiglio di ieri anticipa tempi e scenari politici e riapre il confronto su opportunità e sviluppo della città e del suo territorio.
Intanto Paolo Cieri, titolare della Cieri Vini di Ortona e fratello del vice sindaco Lucio Cieri, è da ieri sera in sciopero della fame «perché il sindaco di Ortona, Nicola Fratino, deve tutelare la salute dei cittadini come la legge gli impone e emettere il parere sanitario sulla Turbogas. Andrò avanti ad oltranza - spiega l'imprenditore - fino a quando il sindaco non farà la persona seria e si deciderà ad affidare a un istituto gli studi necessari su aria, rumore e quant'altro per capire quali sono le ricadute, non solo economiche, sulle aziende limitrofe alla Turbogas che lavorano con gli alimenti».
Ieri il consiglio comunale e le dichiarazioni del sindaco sul parere.
"Il parere del Comune sarà in linea con gli altri pareri già avuti dall'amministrazione: ho ribadito in Consiglio comunale che il parere è un atto tecnico ed è uno degli atti tecnici necessari. Un parere sanitario del sindaco che va sulla scorta di quello dei tenici Asl e Arta, ne abbiamo chiesto anche uno tecnico in più che si è aggiunto alle analisi del Mario Negri Sud, sempre sollecitate dall'amministrazione. Noi non possiamo fare altro che recepire tutti i pareri e dare il nostro sì a condizione che si  risponda alle prescrizioni. Sarà la Regione a decidere. Per il Comune, per questo aspetto, l'analisi è di fatto conclusa". Commenta così il sindaco di Ortona Nicola Fratino la seduta del Consiglio comunale convocata sul parere dell'amministrazione circa l'avvio della centrale Turbogas in contrada Sant'Elena. "Iter concluso, tutto passa nelle mani della Regione", Fratino chiude in modo tecnico la questione diventata in aula motivo di contrapposizione politica.
Una seduta movimentata, finita con il polemico abbandono dell'aula da parte della minoranza a fronte della diserzione anche dei consiglieri di maggioranza. «Ancora una volta la minoranza ha dato prova di cerchiobottismo - sbotta il capogruppo del Pdl Remo Di Martino a Consiglio comunale vuoto - ma si sono sottratti e se ne sono andati ora il sindaco sa lui quello che deve fare e lo farà. Il Consiglio era stato convocato perché il problema andava affrontato, andavano discusse le problematiche inerenti al tema, argomenti che dopo la discussione avrebbero potuto sfociare in provvedimenti, ma loro se ne sono andati ed è finita così».
Resta mobilitato il Comitato dei cittadini, anche se uno spiraglio alla centrale la gente lo apre: «Il comitato vorrebbe che prima che si accendesse la Turbogas ci fossero tutte le garanzie che allo stato dell'arte non ci sono - dicono i cittadini del comitato contro la centrale a fine seduta - perché quando la società le fornirà sarà plausibile l'accensione, fino ad allora vogliamo che resti ferma. Prepareremo altri esposti da portare davanti alla magistratura civile e penale, solo se arrivassero le garanzie il dialogo si potrebbe riaprire».
I lavori in aula.
La seduta era cominciata all'orario previsto la seduta del Consiglio comunale ad Ortona incentrata sul via libera alla centrale turbogas di contrada Sant'Elena, della società Tamarete, ma è durata poco meno di un'ora come detto con l'abbandono di maggioranza e minoranza. Eppure era una seduta attesa per le decisioni del sindaco Nicola Fratino e dell'assemblea consiliare per il parere e un dibattito diventato più politico che di merito tecnico, tanto che, come accaduto al Centro Oli di contrada Lazzaretto, (l'Eni aveva realizzato un pozzo con tutti i permessi dati da Comune, Regione e Ministeri) anche questa volta si sono mobilitati ambientalisti e agricoltori per innescare una pressione politica e mediatica. A presidiare il Consiglio c'erano anche i Carabinieri, fermento ora però che l'opera è stata conclusa.
Quando i lavori sono iniziati, il sindaco Nicola Fratino ha preso la parola ricordando che lui non può sottrarsi dal dare parere positivo alla società Tamarete, sottolineando anche che in caso di dubbi e perplessità: «Ambientalisti e cittadini possono rivolgersi alla magistratura». Una seduta iniziata con tante assenze sugli scranni della maggiornaza, tanto che l'opposizione dopo aver rilevato che tale assenza va letta come «fallimento politico per il centrodestra, perché non riesce a confrontarsi in aula su un progetto così importante per la comunità», non ha escluso la possibilità di disertare i lavori proprio a causa della mancata presenza dei consiglieri di centrodestra.
Fra una schermaglia e l'altra in aula sono arrivati anche i rappresentanti della società che a fronte al blocco subito dall'iter della centrale che ha ricevuto tutte le approvazioni sulla messa in funzione, non ha escluso la richiesta di risarcimenti milionari a causa della paralisi.
Ma chi si aspettava una discussione dell'argomento, ha dovuto assistere solo ad una seduta caratterizzata dalle polemiche e dalle assenze di maggioranza e opposizione, che ne hanno determinato la fine.
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Nel caso dell'Eni, la società non solo ha rinunciato al progetto di Centro Oli, ma ha smantellato tutto il suo centro logistico, lasciando una scia di posti persi e di progetti non realizzati, voltando le spalle alla città. Al posto del Centro oli a contrada Lazzaretto sono rimasti terreni incolti e due fiumi: Arielli e Foro; tra i più inquinati d'Abruzzo, dove si contano 100 discariche abusive, tra cui i reflui dei comuni che più gridano contro "l'inquinamento del Centro oli".
Anche allora il Consiglio comunale non riuscì a prendere una decisione netta tanto da proiettare Ortona a capitale delle "città dei no", pagandone però il caro prezzo di rimanere fanalino di coda economico ed occupazionale di tutta la fascia adriatica abruzzese. Nel caso della Tamarete, l'impianto è stato realizzato, e da Regione, Arta fino alla Asl, i permessi sono stati positivi. Dal Comune, invece il parere, tarda ad arrivare, e si tratta di due anni di attesa, tempi che le imprese giudicano "mostruosi". Naturalmente ogni cosa è migliorabile e, quando si parla di ambiente, l'attenzione rimane alta.
Per l'azienda, però, sono state realizzate opere per garantire la maggior sicurezza ambientale, dimostrando di essere pronta anche al dialogo con istituzioni e associazioni. Gli ambientalisti, invece, sono sul piede di guerra, i cartelli recitano "non avvelenate i nostri sogni", ed hanno dato alla stampa un documento del Mario Negri Sud, che alleghiamo, dove nelle conclusioni, il Centro di ricerche di santa Maria Imbaro, prevede delle indicazioni relative a :"campagne periodiche di monitoraggio nei luoghi di massima ricaduta delle emissioni allo scopo di determinarne la presenza e la concentrazione". Questa indicazione è stata distorta e rilanciata sulla stampa come "Centrale pericolosa". In Consiglio comunale, questa sera si prevedono posizioni dei singoli consiglieri e dei partiti variegate tra loro. Ad Ortona, inoltre, sono alle porte le elezioni amministrative e la parte da protagonista la reciteranno le contrade (15 mila cittadini risiedono nelle aree agricole e 10 mila nel tessuto urbano), in tal modo le zone extraurbane avranno un certo peso nel condizionare il voto e la vittoria di uno schieramento sull'altro, così nell'assemblea ortonese su temi ambientali si determinano maggioranze trasversali, dove spesso la sinistra si unisce con la destra, in un balletto che finora ha bloccato la città: crescono i disoccupati, chiudono le imprese, infrastrutture sempre più carenti, e la mancanza da parte dell'amministrazione di imbastire una sola iniziativa in maniera coesa, in difesa dei giovani, dei disoccupati e di quanti sperano nel rilancio della città.

PAOLO CIERI IN SCIOPERO DELLA FAME??? POVERETTO....SOLO ORA HA CAPITO LA CAZZATA DICIAMO FATTA ANCHE DAL FRATELLO LUCIO CIERI...AVETE VOLTO LA CENTRALE TURBOGAS?...AVETE DISPOSTO NEL 2001 L'OK CHE ORTONA DIVENTAVA UNA ZONA DI PRODUZIONE ENERGIA ELETTRICA DI VECCHIO STAMPO?
AVETE NEL 2005 CAMBIATO IL PRG DA ZONA AGRICOLA A ZONA INDUSTRIALE??? BENE ORA PATITE...