mercoledì 17 novembre 2010

www.dire.it NOTIZIA AMBIENTALE

Petrolio, niente trivellazioni nel mare della Sicilia

ROMA - "Il ministero dello Sviluppo economico ha respinto l'istanza della società Petroceltic Italia Srl, per la ricerca di idrocarburi nelle acque territoriali siciliane". Lo fa sapere una nota della Regione Siclia, spiegando che "tra i motivi ostativi all'accoglimento dell'istanza, il ministero cita la nota della Regione Siciliana del settembre scorso che esprime 'la netta contrarietà al rilascio di autorizzazioni di idrocarburi nel mare Mediterraneo nelle vicinanze dell'isola'".

Apprezzamento per la decisione del ministero è stata espressa dall'assessore regionale siciliano al Territorio e ambiente, Gianmaria Sparma. "Il rigetto dell'istanza da parte del ministero- evidenzia Sparma- ponendo tra i motivi ostativi la nota della Regione Siciliana, è la conferma che il governo regionale aveva ben individuato ed evidenziato la problematica legata alle trivellazioni off-shore approvando una delibera, nello scorso mese di luglio, che esprimeva una chiara e netta contrarietà al rilascio dei permessi di ricerca nel territorio siciliano".

16 novembre 2010

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte «Agenzia Dire» e l'indirizzo «www.dire.it»

domenica 14 novembre 2010

SFOGO

GOVERNO BERLUSCONI....L'AQUILA TUTTO FERMO, MANCANO 160MILIONI DI € PROVENIENTI DAGLI STATI EUROPEI...ALBERGATORI SENZA SOLDI, ZONA ROSSA ANCORA TUTTO FERMO...IRPINIA GOVERNO DÌ SINISTRA DOPO 30ANNI ANCORA ZONE INAGIBILI SOLDI INVIATI MA MAI ARRIVATI, SAN GIULIANO DI PUGLIA GOVERNO BERLUSCONI ALTRE PROMESSE, ZONA ROSSA ANCORA PRESIDIATA DA MILITARI...CASE IN LEGNO,CAMPER E CONTAINER...

MARIA TERESA LETTA PRESIDENTE REGIONE ABRUZZO DELLA CROCE ROSSA ITALIANA GESTIVA AD AVEZZANO UN CONTO CORRENTE ASSIEME AD UN DIPENDENTE DELLA CRI I NOSTRI SOLDI, SOLDI PUBBLICI ANCHE DEI TERREMOTATI,DENUNCIATI DAL CORPO MILITARE MA SONO ANCORA LÌ.....QUESTO E LO STATO??? IL GOVERNO CHE DEVE PER PRIMA DARE L'ESEMPIO??


E BELLO SENTIRE GLI ALTRI PARTITI IN MINORANZA O PARTITI INIESISTENTI DIRE SOLO CACCHIATE ORA....PERCHE FAREBBE COMODO LA POLTRONA...MA POI COSA FAREBBERO??? NIENTE PERCHE IN ITALIA SARA' SEMPRE COSI’


IL 118 IN TUTTA ITALIA A SOLO 30MILA MEZZI DÌ SOCCORSO, IL GOVERNO DECIDE LA CHIUSORA DEGLI OSPEDALI E QUINDI I SOCCORSI SONO PIU DIFFICILI, PERO' ABBIAMO IN ITALIA 629.120 AUTO BLU....UNO SCHIFO...MA IL POPOLO DORME VOTATE SEMPRE GLI STESSI PARTITI E LE STESSE PERSONE E NON VI RIBELLATE...


COME PRETENDETE DÌ DIFENDERE IL VOSTRO PAESE, I VOSTRI IDEALI E IL FUTURO DEI VOSTRI FIGLI??? ERA MEGLIO QUANDO AL GOVERNO C'ERA UNO SOLO..........

venerdì 12 novembre 2010

Discarica amianto Ortona, Marrollo contro «il teatrino della politica»

Discarica amianto Ortona, Marrollo contro «il teatrino della politica»

ORTONA. «Sulla questione della discarica di cemento- amianto «si continua con la farsa della battaglia para-ecologista».



La pensa così il direttore generale della Società Meridionale Inerti Gianfranco Marrollo secondo il quale la vicenda che coinvolge la sua ditta non è paraganobile alla paventata realizzazione del Centro-Oli e si confonderebbe l' inquinamento con rimozione di rifiuti.

«Si continua a ignorare un programma regionale di rimozione amianto avviato dalla stessa regione a partire dal 2001», insiste Marrollo, «che nello stesso sia contenuta l’individuazione dei siti di smaltimento. Che il programma è stato gestito dalle diverse amministrazioni succedutesi e abbia registrato le convergenze di entrambi gli schieramenti politici. Si cerca di confondere la legalità con

l’illegalità. Si continua a ignorare che ogni giorno», continua, «da varie parti della regione, provengono richieste di bonifica di siti da tempo abbandonati a se stessi e le discariche abusive restano immobili dove sono».

Per Marrollo «proprio la classe politica» si rifiuterebbe di «riconoscere la legislazione che ha approvato» e adesso si starebbe adoperando per negare ciò che ha dettato. «Dalle polemiche scaturite su questo argomento traspare evidente che non interessa tanto portare a termine un

programma decennale atto a risolvere i problemi dello smaltimento, ma piuttosto di innescare un teatrino fatto di proclami e provvedimenti atti a sostenere una sola affermazione ''No nel mio giardino''».

E intanto in seguito alla bocciatura da parte del Consiglio Regionale dell’emendamento alla legge regionale n. 36 del luglio 2010 in materia di discariche d’amianto presentato dall’opposizione, il referente dell'area ortonese del dipartimento “Giovani Italia dei Valori - Abruzzo” Alessandro Procida,contesta il centrodestra: «la maggioranza si è limitata a bocciare l'emendamento, non presentando neppure una proposta alternativa, in barba ai continui proclami fatti in più sedi per rassicurare gli abitanti di Ortona, di Crecchio e di tutto il territorio del comprensorio».
«I cittadini chiedono che la questione della Discarica di Amianto venga trattata alla stregua del Centro Oli», prosegue Procida, «in quanto, a differenza di quest'ultima, le amministrazioni comunali si sono espresse unanimemente contrarie al progetto, ma visti i risultati dell'ultima votazione regionale a riguardo, ci si interroga sulla effettiva volontà politica di bloccare l'attività dalla SMI (Società Meridionale Inerti)».

MARROLLO E SEMPRE LUI DI MEZZO..........

FONTE: PRIMADANOI.IT

mercoledì 27 ottobre 2010

ALTRI SOLDI BUTTATI E VAIIIIIIIIII

Parcheggio interrato, Comune affossato: l’ente soccombe in giudizio e paga danni per 300mila euro

ORTONA. Dopo le condanne penali arriva anche quella del risarcimento danni alla ditta ingiustamente esclusa.



Così, secondo una sentenza di alcuni mesi della Cassazione, il Comune di Ortona dovrà risarcire alla ditta Russello di Gela, originariamente vincitrice di una gara d'appalto per la costruzione del parcheggio interrato del Ciavocco, una cifra non inferiore a € 300.000 comprensivi di rivalutazione, mancato guadagno e spese legali.

Quella del parcheggio che doveva nascere inizialmente a piazza San Francesco e poi spostato nel 1995 nella zona di piazza Plebiscito è una storia emblematica nata male, proseguita peggio ma voluta a tutti i costi dalle amministrazioni che si sono susseguite fino ad oggi.

Lo scopo era quello di utilizzare un originario finanziamento della Regione di circa 2milioni di euro. La vicenda si conclude con questa sentenza della Cassazione che mette fine a una storia di conflitti decennali tra l'amministrazione comunale e la ditta e consente probabilmente di tirare le somme su questa storia che ha portato moltissime conseguenze negative ed ha mutato per sempre l'aspetto di una parte della città. Oltre i danni, oggi si deve registrare come con notevole ritardo quel parcheggio è stato finalmente concluso da un'altra ditta e da qualche anno è stato inaugurato ma non gode di buona salute ed appare essere poco utilizzato e dunque può dirsi un'opera poco utile per risolvere i problemi di parcheggio.



UNA STORIA LUNGA 11 ANNI

Dopo una serie di atti preparativi amministrativi, come deliberazioni del consiglio comunale che davano il via alla procedura di appalto, il 12 marzo 1999 il Comune e la ditta Russello stipularono il contratto di appalto che aveva come oggetto la costruzione del parcheggio a tre piani interrati (nel frattempo sono diventati quattro) che doveva essere concluso in appena 18 mesi.

Subito dopo la stipula del contratto, però, tra le parti insorge una controversia su presunte carenze progettuali lamentate dalla società su alcuni aspetti del progetto esecutivi (per esempio i calcoli del cemento armato) e su quale parte se ne dovesse fare carico.

Una controversa strana poiché non era la prima opera pubblica varata dal Comune e le norme in questo caso parlano chiaro e pongono in capo all'ente pubblico la predisposizione del progetto esecutivo mentre lasciano alla ditta l'esecutività, dunque, la posa in opera di quanto stabilito dal Comune.

Per dirimere questa controversia venne attivato un collegio arbitrale che si pronunciò con un lodo che condannava sostanzialmente il Comune per inadempimento contrattuale obbligandolo al risarcimento dei danni.

Nel frattempo 19 maggio 2000 la giunta comunale aveva deliberato la rescissione del contratto d'appalto ed aveva affidato i lavori ad una seconda ditta che era subentrata per terminare il parcheggio. Le vicissitudini giudiziarie della controversia sono composite e complicate e trascinano le parti fino in Cassazione dove il giudizio diventa definitivo.

Così la Suprema corte stabilisce la liceità di quanto stabilito in parte nel lodo arbitrale e cioè che quei 380 milioni di vecchie lire devono essere pagati alla ditta ma che bisogna a questa cifra aggiungere la rivalutazione e gli interessi legali.

Una rivalutazione che secondo la Corte deve essere calcolata dal giorno in cui i lavori dovevano essere terminati e cioè il 12 ottobre 2000. A conti fatti la cifra che viene fuori si aggira intorno ai € 300.000 che il comune di Ortona dovrà tirare fuori dalle proprie casse come effetto collaterale aggiuntivo di una vicenda tutta da dimenticare.

Alcuni mesi fa era arrivata anche una condanna penale inflitta a quattro persone (progettisti, collaudatore e costruttore) con pene che andavano da 8 mesi a 2 anni per falso ideologico e truffa ai danni della Regione su fatti che riguardavano il prosieguo dei lavori con la ditta subentrante (ditta Del Barone).

Insomma anche questa inchiesta penale aveva dimostrato che le cose erano state fatte perseguendo scopi diversi dall’interesse pubblico e violando norme.

Oggi i 300 posti auto interrati sono quasi tutti liberi e la struttura si avvia al declino. Eppure i danni potevano essere limitati se solo ci si fosse fermati a riflettere sulle parole, sui fatti, sulle incongruenze, sui numeri. Alla base della condanna penale per truffa c’erano le differenze tra il progetto approvato dalla giunta e l’opera effettivamente realizzata dalla ditta Del Barone. Rimangono oltre l’amaro in bocca, quei calcoli -nero su bianco- di incassi stratosferici per la gestione del parcheggio (270 mila euro l’anno, circa 800 euro al giorno) per il Comune che non si sono mai visti.

Stime chiaramente troppo ottimistiche ma buone per spingere avanti a tutti i costi un progetto fallimentare.

FONTE PRIMADANOI.IT



giovedì 14 ottobre 2010

Bocciatura Ombrina 2

Bocciatura Ombrina 2, D'Orsogna: «è la vittoria della gente»

PIATTAFORMA OFF SHOREABRUZZO. Dopo la bocciatura da parte della Commissione Valutazione Impatto Ambientale (VIA) nazionale del progetto Ombrina Mare della Mediterranean Oil and Gas i comitati ambientalisti festeggiano.


E' lunga la lista di «timori» della popolazione abruzzese sposata dal Ministero dell'Ambiente che ha portato alla bocciatura del progetto Ombrina Mare, il pozzo di petrolio con annesso centro oli a mare che la ditta inglese MOG avrebbe voluto trivellare in località Rocca San Giovanni, a 5 chilometri dagli ombrelloni.

Come rilevato dalle numerose osservazioni inviate dalla gente e dagli enti pubblici c'è il «timore di nocumento per lo sviluppo turistico», quello per il «degrado ambientale per la presenza di una nuova torre di perforazione», «l'impatto negativo di traffico, presenza di strutture a mare, smaltimento rifiuti, rilascio metalli pesanti», il «timore di possibile inquinamento da vernici, combustibili, reflui» e per la «paventata diminuzione di presenza turistica».

Poi il Ministero ha anche valutato la presenza di due siti di interesse comunitario e il vincolo paesaggistico che insiste sulla costa, da qui la bocciatura.

Tutti in regione sono consapevoli che questa è la vittoria della gente, dei comitati, di quanti con tenacia si sono opposti al progetto per salvare il proprio mare. E' la vittoria di quanti si sono messi a studiare le carte e hanno presentato le osservazioni. Il risultato concreto di una battaglia ostinata contro poteri altrettanto ostinati.

PrimaDaNoi.it ha sentito Maria Rita D'Orsogna, ortonese trapiantata negli Usa che a distanza (ma anche con numerose trasferte) ha sempre seguito in prima linea questa battaglia.

Quando ha saputo la notizia «sono stata contenta e anche un pò commossa», ammette. «Ho pensato alla prima volta che ho iniziato a raccogliere osservazioni e a quanto fossi preoccupata, se sarebbe stato utile o no coinvolgere la popolazione in massa. E poi mi sono detta, proviamoci, senza sapere come sarebbe andata a finire. Ho pensato a quelle 300 pagine del progetto e alla mia indignazione alla superficialità con cui la MOG diceva che il tutto avrebbe avuto impatti nulli o trascurabili. Ho pensato che mi sarebbe molto piaciuto essere in Italia ieri».
D'Orsona ha molto apprezzato che il Ministero nella valutazione abbia ascoltato quello che gli abruzzesi avevano da dire: «come primo motivo del rigetto ufficiale di Ombrina Mare», spiega, «ci sono le nostre osservazioni ribadendo che il parere negativo è dovuto ai timori che la comunità ha espresso. Per questo ringrazio Emergenza Ambiente Abruzzo, Fabrizia Arduini, Giosuè Guidone, Pasquale Cacciacarne e Assunta Di Florio, miei instancabili compagni di viaggio».

Adesso cosa accadrà? Non c'è più speranza per questo progetto? Come potrebbe muoversi la società?
«E' da un po’ che la MOG versa in acque difficili dal punto di vista finanziario. Nel 2009 hanno perso 2.5 milioni di euro, e nei primi sei mesi del 2010 5 milioni. Hanno già annunciato ai loro investitori che sono pronti a vendere la società nel prossimo anno per mancanza di liquidità. Ombrina Mare era il loro progetto più importante e il decreto Prestigiacomo che vieta le trivelle entro le 5 miglia dalla costa ha dato loro un duro colpo. Il parere negativo da parte del ministero è ovviamente quasi il colpo finale. Potrebbero appellarsi, potrebbero vendere la società ad altri. In ogni caso chiunque stia dietro la MOG sa che gli Abruzzesi sono determinati a che questo progetto non venga realizzato. La cosa interessante è che la MOG non ha ancora rilasciato dichiarazioni a proposito, vedremo cosa hanno da dire».

Questa vittoria che significato ha oggi? E' la dimostrazione che la gente, da sola, quando non si sente rappresentata adeguatamente dalla classe politica, può comunque continuare a lottare da sola?

«Non solo», risponde D'Orsogna, «è la dimostrazione che un popolo informato, compatto, e civilmente arrabbiato può anche cambiare la politica, che loro lo vogliano o no. Oggi è un suicidio politico dire di essere favorevoli al petrolio in Abruzzo, è questo è solo grazie all'opinione pubblica e all'incessante martellamento mediatico. E per le altre tematiche ambientali? E per l'elettrodotto dal Montenegro? E per l'inceneritore a biomasse di Punta Penne? E per la filovia di Pescara? Perchè i politici non si occupano anche di questi temi? Io non posso salvare tutto l'Abruzzo ma spero che i cittadini possano trarre fiducia da Ombrina e dal Centro Oli e continuare a rompere le scatole incessantemente, senza scoraggiarsi e forti delle proprie convinzioni».
I comitati adesso cominceranno una nuova battaglia per la perimetrazione del Parco della Costa Teatina dopo le belle vittorie portate a casa, si pensi anche a quella del Centro Oli, vi sentite più forti?
«Ovviamente occorre restare vigili, e rendersi conto che ci sono mille altre partite - petrolifere, ma non solo. Personalmente prendo le cose giorno per giorno. La vittoria da speranza, ma deve essere un punto di partenza e soprattutto un incentivo per tutta la società a darsi da fare. Siamo convinti tutti della necessità della perimetrazione del parco della Costa teatina, la politica spesso ne parla, è cosi difficile una volta per tutte decidersi?»

Alessandra Lotti 14/10/2010 9.07 PRIMADANOI.IT

martedì 12 ottobre 2010

GRAZIE ALLA DOTT.ESSA DORSOGNA

direttamente dal sito:
http://dorsogna.blogspot.com/2010/10/numero-uno-le-nostre-osservazioni.ht

GRAZIE ALLA DOTT.ESSA DORSOGNA


Tuesday, October 12, 2010
Numero uno: le nostre osservazioni!
Devo andare ad insegnare fra un po e non ho tempo, pero' sono giunte le motivazioni ufficiali del NO a Ombrina Mare. Il primo motivo sono le nostre osservazioni! Grazie a tutti voi. E' veramente una vittoria nostra e di nessun politico, checche' ne dicano.

Grazie! Questo e' quello che dice il Ministero:

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CONSIDERATO che le osservazioni presentate da Enti Pubblici e Privati, da Associazioni, esercizi commerciali e singoli cittadini attengono nella quasi totalità dei casi a:

· timore di nocumento per lo sviluppo turistico;

· timore di degrado ambientale per la presenza di una nuova torre di perforazione;

· impatto negativo di traffico, presenza di strutture a mare, smaltimento rif iuti, rilascio metalli pesanti;
· timore di possibile inquinamento da vernici, combustibili, reflui;

· timore per la paventata diminuzione di presenza turistica;

· timore di possibili nocumenti irreversibili per le aree SIC presenti sulla costa, e le altre aree protette nella zona di eventuale interferenza, in particolare per le specie arboree e l’avifauna;

· timore di nocumento per la pesca;

· timore per il possibile sversamento di idrocarburi liquidi in mare;

· timore di nocumento per le specie ittiche, per i rettili, i mammiferi marini e avifauna;

· timore di spiaggiamento cetacei;

· timore di possibili insorgenze di patologie nell’uomo in conseguenza dell’attività di sfruttamento

idrocarburi legate al rilascio di sostanze pericolose volatili e/o solubili e/o solide;

· Timore di interferenza con la flotta peschereccia e con le linee commerciali;

CONSIDERATO che il comma 17 dell’art. 6 del D. Lgs. 152/2006 come modificato ed integrato dal succitato Decreto Legislativo 29 giugno 2010, n. 128 prevede che:

"Ai fini di tutela dell’ambiente e dell’ecosistema, all’interno del perimetro delle aree marine e costiere a qualsiasi titolo protette per scopi di tutela ambientale, in virtù di leggi nazionali, regionali o in attuazione di atti e convenzioni internazionali sono vietate le attività di ricerca, di prospezione nonché di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi in mare, di cui agli articoli 4, 6 e 9 della legge 9 gennaio 1991, n. 9. Il divieto è altresì stabilito nelle zone di mare poste entro dodici miglia marine dal perimetro esterno delle suddette aree marine e costiere protette, oltre che per i soli idrocarburi liquidi nella fascia marina compresa entro cinque miglia dalle linee di base delle acque territoriali lungo l’intero perimetro costiero nazionale. Al di fuori delle medesime aree, le predette attività sono autorizzate previa sottoposizione alla procedura di valutazione di impatto ambientale di cui agli articoli 21 e seguenti del presente decreto, sentito il parere degli enti locali posti in un raggio di dodici miglia dalle aree marine e costiere interessate dalle attività di cui al primo periodo . Le disposizioni di cui al presente comma si applicano anche ai procedimenti autorizzatori in corso alla data di entrata in vigore del presente comma”

CONSIDERATO che l’intera estensione dell’area di ricerca d 355 CR SR si trova interamente entro il limite di 12 miglia marine dalla costa in cui sono presenti le aree protette;

CONSIDERATO che nella zona costiera prospiciente l’area di ricerca sono presenti due Siti di Importanza Comunitaria (S.I.C.) ai sensi della legge 394/91 la cui ubicazione è illustrata nella carta dei vincoli allegata al SIA denominati “Fosso delle Farfalle” e “Lecceta litoranea di Torino di Sangro e Foce del Fiume Sangro”;

CONSIDERATO che sulla costa insiste un’area sottoposta a vincolo paesaggistico dichiarata di notevole interesse pubblico dalla L. 1497/39 (oggi art. 136 del D.Lgs 42/2004). In particolare con D.M. 21/06/1985 è stata vincola l’area di costa (codice del vincolo 130102) denominata “Fascia costiera che va da Francavilla al Mare fino a San Salvo con colline degradanti sul mare” che interessa tutta la coste della Provincia di Chieti e parte delle aree più interne, inglobando le singole aree vincolate istituite in precedenza;

ESPRIME

parere negativo riguardo alla compatibilità ambientale del progetto “Progetto di coltivazione del giacimento

di idrocarburi Ombrina Mare nell’ambito della concessione di coltivazione d30 B.C-MD” in considerazione

di quanto previsto dall’art. 6 del D. Lgs. 152/2006 come modificato ed integrato dal succitato Decreto Legislativo 29 giugno 2010, n. 128.


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Ad maiora.

lunedì 11 ottobre 2010

Petrolio. “Ombrina Mare 2” non passa l'impatto ambientale

Petrolio. “Ombrina Mare 2” non passa l'impatto ambientale

OMBRINA MAREABRUZZO. Applicata per la prima volta la norma sul divieto di trivellazione nella fascia marina compresa entro le 5 miglia dalla costa.


Nella seduta di giovedì 7 ottobre 2010 la Commissione Valutazione Impatto Ambientale (VIA) nazionale ha espresso parere negativo sul progetto Ombrina Mare della Mediterranean Oil and Gas. «Si tratta di una decisione molto importante – dichiara Angelo Di Matteo, presidente di Legambiente Abruzzo – in quanto per la prima volta viene applicata su un progetto di coltivazione di un giacimento minerario la disposizione del Ministro Prestigiacomo sullo stop alle trivellazioni nella fascia marina delle cinque miglia dalla costa».

Il diniego espresso dalla commissione ministeriale rappresenta un importante riconoscimento per l’articolato movimento abruzzese che, costituito da associazioni e comitati, da oltre tre anni si sta opponendo al rischio concreto di deriva petrolifera regionale, che non sempre trova adeguata attenzione e sufficiente risposta da parte delle Istituzioni regionali, provinciali e comunali.

«La bocciatura conferma la validità delle nostre ragioni espresse simbolicamente questa estate durante il blitz di Goletta Verde proprio sulla piattaforma Ombrina Mare 2 - conclude Angelo Di Matteo – Uscire dal petrolio resta l’obiettivo della nostra battaglia per una politica energetica sostenibile basata sull’efficienza, sulle fonti rinnovabili e sull’innovazione tecnologica».

Il progetto ha 2 piattaforme, una mobile tipo Galloway- come quella che stazionò nel 2008 tra Ortona e San Vito - per la perforazione di 4/6 pozzi per 6/9 mesi di permanenza, e una fissa chiamata Ombrina Mare A che andrà a posizionarsi sul tripode del pozzo Ombrina Mare 2dir 2008.
A completare lo scenario, a 4Km in direzione nord est da Ombrina Mare A, si posizionerà una nave serbatoio galleggiante per il primo trattamento idrocarburi denominata Floating Production Storage Offloading -FPSO – ossia Sistema Galleggiante di Produzione, Stoccaggio e Trasbordo- che immetterà in atmosfera più di una tonnellata al giorno di fumi derivanti dal primo trattamento di idrocarburi, contenenti:
Sox (ossidi di zolfo), Nox (ossidi di azoto), CO (ossido di carbonio), H2S (idrogeno solforato), NMHC (idrocarburi non metanici ).

fonte PRIMADANOI.IT

domenica 10 ottobre 2010

Ortona, dal centro oli al centro ricerche Eni

Ortona, dal centro oli al centro ricerche Eni

ORTONA. La città si candida ad ospitare il Centro di ricerca dell’Eni qualora L’Aquila dovesse confermare la sua contrarietà anche nella seduta del Consiglio Comunale di lunedì 11 ottobre.




La proposta, che appare come una provocazione ma che tanto provocatoria poi non è, giunge dal Presidente del Consiglio Comunale, Tommaso Cieri commentando le notizie che giungono dal capoluogo.

«Sappiamo bene che il Centro di Ricerca avanzata sull’energia e l’ambiente»,spiega Cieri, «rappresenta un impegno che Eni ha assunto con il capoluogo di regione subito dopo il terremoto. Un protocollo d’intesa sottoscritto dall’Ad di Eni, Scaroni, dal Ministro della PI, Gelmini, e dal Rettore dell’Università di L’Aquila, Di Iorio. Un’opportunità, questa, che l’Abruzzo, non solo l’Aquila, non può perdere».

Quello che la multinazionale vorrebbe realizzare a L’Aquila, in collaborazione con l’Università, sarebbe il suo terzo centro di ricerca in Italia. Un investimento di 20 milioni di euro per la realizzazione di un polo di eccellenza e con prospettive di lavoro per molti.

«Quando si sente parlare di Eni subito si pensa al petrolio, alle piattaforme, ai danni ambientali ed ai rischi per la salute dell’uomo»,prosegue il Presidente Cieri, «questa volta invece la sigla è legata ad un centro di ricerca per energie alternative al petrolio. Gli stessi ambientalisti sarebbero d’accordo. L’Abruzzo sta vivendo un momento estremamente difficile: l’emergenza terremoto, il piano di rientro della spesa sanitaria, la crisi economica che sta investendo l’intero Paese ci impongono di non sbagliare. E’ giusto operare tagli là dove è necessario, ma non è sufficiente. Per rilanciare l’economia regionale è necessario investire. Non capita tutti i giorni che una multinazionale decida di investire 20 milioni di euro nella nostra regione per una struttura che non inquina e non uccide. Le opportunità vanno colte: se L’Aquila dice no, Ortona si propone come sede del centro di ricerca. Del resto sul nostro territorio ENI possiede già un distretto che è stato dismesso, ma che può essere convertito in centro di ricerca. Una proposta, questa, che non più di un mese fa, un altro gruppo, la Micoperi, ha presentato alla nostra amministrazione».

«Questi progetti di sviluppo», ha concluso Tommaso Cieri, «sono capaci di creare importanti opportunità di lavoro. La Politica ha il dovere di faredelle scelte e, quindi, di dare risposte agli imprenditori che vogliono investire in Abruzzo ed ai tanti disoccupati».

ma poi dal centro di ricerca arriverà il centro oli??? ombrina mare2???
chissà............

09/10/2010 12.25 fonte primadanoi.it

Ortona, dal centro oli al centro ricerche Eni

Ortona, dal centro oli al centro ricerche Eni

ORTONA. La città si candida ad ospitare il Centro di ricerca dell’Eni qualora L’Aquila dovesse confermare la sua contrarietà anche nella seduta del Consiglio Comunale di lunedì 11 ottobre.




La proposta, che appare come una provocazione ma che tanto provocatoria poi non è, giunge dal Presidente del Consiglio Comunale, Tommaso Cieri commentando le notizie che giungono dal capoluogo.

«Sappiamo bene che il Centro di Ricerca avanzata sull’energia e l’ambiente»,spiega Cieri, «rappresenta un impegno che Eni ha assunto con il capoluogo di regione subito dopo il terremoto. Un protocollo d’intesa sottoscritto dall’Ad di Eni, Scaroni, dal Ministro della PI, Gelmini, e dal Rettore dell’Università di L’Aquila, Di Iorio. Un’opportunità, questa, che l’Abruzzo, non solo l’Aquila, non può perdere».

Quello che la multinazionale vorrebbe realizzare a L’Aquila, in collaborazione con l’Università, sarebbe il suo terzo centro di ricerca in Italia. Un investimento di 20 milioni di euro per la realizzazione di un polo di eccellenza e con prospettive di lavoro per molti.

«Quando si sente parlare di Eni subito si pensa al petrolio, alle piattaforme, ai danni ambientali ed ai rischi per la salute dell’uomo»,prosegue il Presidente Cieri, «questa volta invece la sigla è legata ad un centro di ricerca per energie alternative al petrolio. Gli stessi ambientalisti sarebbero d’accordo. L’Abruzzo sta vivendo un momento estremamente difficile: l’emergenza terremoto, il piano di rientro della spesa sanitaria, la crisi economica che sta investendo l’intero Paese ci impongono di non sbagliare. E’ giusto operare tagli là dove è necessario, ma non è sufficiente. Per rilanciare l’economia regionale è necessario investire. Non capita tutti i giorni che una multinazionale decida di investire 20 milioni di euro nella nostra regione per una struttura che non inquina e non uccide. Le opportunità vanno colte: se L’Aquila dice no, Ortona si propone come sede del centro di ricerca. Del resto sul nostro territorio ENI possiede già un distretto che è stato dismesso, ma che può essere convertito in centro di ricerca. Una proposta, questa, che non più di un mese fa, un altro gruppo, la Micoperi, ha presentato alla nostra amministrazione».

«Questi progetti di sviluppo», ha concluso Tommaso Cieri, «sono capaci di creare importanti opportunità di lavoro. La Politica ha il dovere di faredelle scelte e, quindi, di dare risposte agli imprenditori che vogliono investire in Abruzzo ed ai tanti disoccupati».

ma poi dal centro di ricerca arriverà il centro oli??? ombrina mare2???
chissà............

09/10/2010 12.25 fonte primadinoi.it

venerdì 8 ottobre 2010

DISCARICA AMIANTO IL NO DELLA GIUNTA COMUNALE

Discarica amianto Ortona, il Consiglio comunale dice no

ORTONA. Unanime il parere contrario espresso dal Consiglio comunale.


«Non c’è un solo motivo per cui sostenere l’impianto di smaltimento di rifiuti inerti contenenti amianto che la ditta SMI intende realizzare a Villa Pincione. Questa assise esprime unanime contrarietà».

Così il sindaco, Nicola Fratino, in apertura dei lavori del Consiglio Comunale convocato d’urgenza in seduta ordinaria aperta ed a cui hanno partecipato l’assessore Regionale Mauro Febbo, il capogruppo del Pd in Consiglio Regionale, Camillo D’Alessandro, l’assessore all’Ambiente della Provincia di Chieti, Eugenio Caporrella, una delegazione del comitato spontaneo Nada e Fabrizia Arduini del Wwf.

All’esito di un sopralluogo effettuato dal Comando dei vigili urbani e dalla responsabile dello Sportello Unico delle Attività Produttive del Comune di Ortona si riscontra un’attività di movimentazione terra per modificare l’invaso. In altre parole, la Smi ha avviato i lavori di adeguamento della discarica di Villa Pincione.

Perché sono necessari lavori di adeguamento? L’autorizzazione rilasciata alla SMI per aprire la discarica di Villa Pincione è datata 11 aprile 2001. All’epoca l’amianto non era considerato “rifiuto pericoloso”. Nel 2003 cambia la normativa in materia. La SMI non adegua l’impianto ed è costretta a sospendere l’attività in quel sito.

Secondo il Comune di Ortona, la sospensione dell’attività per mancato adeguamento dell’impianto determina la decadenza dell’autorizzazione. Di conseguenza, la richiesta avanzata nel 2005 dalla SMI, (di ripresa dell’attività nella discarica), deve considerarsi una vera e propria richiesta di nuova autorizzazione, per ottenere la quale la procedura è diversa e più complessa.

In questo lasso di tempo, il Consiglio Regionale ha approvato la L.R. del 02.08.2010 n.36, (di cui è primo firmatario l’assessore regionale Mauro Febbo), che all’art.1 comma 3 recita: “sono sospesi i procedimenti di rilascio delle autorizzazioni e gli effetti delle autorizzazioni già rilasciate per la realizzazione e l’esercizio di impianti di smaltimento di rifiuti contenenti amianto non ancora in funzione”.

La legge è stata pubblicata sul Bura il 13 agosto scorso ed è entrata in vigore il giorno successivo. «In sede di Conferenza di Servizio», ricordano oggi dall'amministrazione pubblica, «il Comune di Ortona ha sempre espresso la sua contrarietà alla discarica di amianto, presentando, peraltro, ricorso al TAR avverso alla VIA».

Ad oggi, il Comune di Ortona non ha ricevuto alcuna comunicazione di inizio lavori da parte della SMI che fa sapere di avere inoltrato l’informativa alla Regione Abruzzo, direzione Protezione Civile e Ambiente, Servizio gestione rifiuti.

Nella nota la società comunica che i lavori sarebbero iniziati il 16 agosto 2010, quindi in data successiva all’entrata in vigore della L.R. n.36. che sospende, di fatto, l’autorizzazione della SMI. Di contro, a tal riguardo, pare che il dirigente Franco Gerardini abbia chiesto un parere all’Avvocatura regionale. Si attende il Piano di settore che stabilisce i criteri per individuare i luoghi e gli impianti idonei per la realizzazione e l’esercizio di impianti di smaltimento di rifiuti inerti contenenti amianto. Tale piano deve essere emanato dalla Giunta regionale entro 120 giorni dall’entrata in vigore della L.R. n.36.

08/10/10 12.26 FONTE PRIMADI NOI.IT

martedì 14 settembre 2010

Centrale Turbogas Ortona, il Ministero sollecita controlli Arta

ORTONA. Dopo la denuncia dei residenti il Ministero chiede all'Arta di effettuare dei rilevamenti.

l Comitato “Ortona: Osservatorio Ambiente” è stato costituito pochi mesi fa da residenti della zona di contrada Alboreto e San Martino, allarmati principalmente dalla prossima entrata in funzione della Centrale Turbogas della Tamarete Energia srl. Una emergenza che da queste parti che si somma a molti altri insediamenti industriali che destano non poche preoccupazioni. Nello spazio di poche centinaia di metri, nella zona industriale di competenza del Consorzio Industriale della Val Pescara, ci sono industrie che lavorano, o lavoreranno, a poche decine di metri da abitazioni, vigneti e cantine.

In particolare suscita notevole preoccupazione nel Comitato l'emissione in atmosfera di polveri sottili e forte rumore, caratteristici di lavorazioni di centrali turbogas quale la Tamarete Energia S.r.l.

«Anche la Pavimental S.p.a., che produce asfalto per la società Autostrade», racconta Adriano Nasuti, presidente del coordinamento, «emette rumori, e cattivi odori tali da rendere quasi invivibile la zona tra contrada da Tamarete, Alboreto e San Martino, anche durante le ore notturne».
Preoccupati da questa situazione, gli aderenti al comitato ha scritto più volte a tutti gli Enti preposti alla salvaguardia della salute, dal Comune di Ortona fino al Ministero dell'Ambiente, in ultimo, con una raccomandata del 16 luglio scorso. «All'esposto», racconta ancora Nasuti, «è stato particolarmente sollecito il riscontro sia della Provincia che del Ministero dell'Ambiente, il quale ha dimostrato particolare attenzione alle problematiche sollevate dal comitato e preoccupazione per le condizioni ambientali di questa zona del territorio del Comune di Ortona».

Il direttore generale Mariano Grillo, infatti, ha comunicato che il Ministero prende atto della grave situazione sollevata dal Comitato e sollecita l'Arta a rilevare l'incidenza inquinante della Pavimental; non solo, chiede all'Arta soprattutto di valutare la sommatoria delle incidenze di tutti gli insediamenti industriali.

«Se infatti», continua Nasuti, «molte aziende comunicano di agire nei limiti di inquinamento previsti dalla legge, spesso non ci si rende conto che sommando tutti i “limiti” delle singole aziende, si potrebbe arrivare ben oltre i livelli di guardia per la salute delle persone».

14/09/2010 14.57 FONTE NOTIZIA PRIMA DA NOI.IT

http://www.primadanoi.it/modules/articolo/article.php?storyid=491

mercoledì 8 settembre 2010

VERGOGNOSO

Ortona, la Regione fa dietrofront e autorizza la discarica di amianto a Villa Pincione

Ortona. Nonostante la rivolta delle popolazioni interessate, nonostante la delibera votata all’unanimità, nel mese di gennaio scorso, dall’intero Consiglio regionale, la S.M.I. srl di Vasto è stata autorizzata dalla Giunta regionale a realizzare nei pressi di Ortona, in località Ranchini o Taverna Nuova, una discarica di 270mila metri cubi di rifiuti contenenti amianto. La notizia è apparsa sul Bollettino regionale (BURA) n. 56 del 3 settembre 2010.

“Questa volta - ha dichiarato Cesare D'Alessandro dell'IdV - Chiodi non può neppure nascondersi dietro la solita trappola dell’opposizione, considerato che l’impegno solenne a non realizzare la discarica lo aveva assunto su proposta dei suoi stessi Consiglieri: Nasuti, De Fanis, Febbo, Chiavaroli Riccardo, tutti del Pdl, e del Consigliere Menna dell’Udc. Chiodi si era impegnato formalmente non solo ad impedire la costruzione della discarica, ma anche a presentare un progetto di legge per disciplinare lo smaltimento dei rifiuti contenenti amianto. Naturalmente si è guardato bene dal fare sia l’una che l’altra cosa! Il Consiglio regionale, per Chiodi, è poco più di uno scendiletto da poter calpestare a piedi nudi, a proprio piacimento”.
Il consigliere dell’Idv ricorda come Nasuti aveva spiegato con chiarezza a cosa si sarebbe andati incontro con la costruzione della discarica di amianto ad Ortona. Leggendo la delibera del Consiglio regionale che i rifiuti di amianto saranno depositati a poca distanza da fosso Perillo, a 600 metri dai centri abitati di Villa Carbone, Villa Sarchese, Villa Pincione, Villa Jurisci, tutte frazioni del comune di Ortona. A pochissima distanza dall’acquedotto del Verde, con il fiume Arielli e dalle coltivazioni agricole, soprattutto vigneti.
“Con tutte queste buone ragioni, il consigliere Nasuti” - ha aggiunto Cesare D’Alessandro - “aveva convinto non solo l’intero Consiglio regionale, ma anche lo stesso Presidente della Giunta regionale, portandoli a votare, con l’opposizione, la proposta contro la discarica di amianto. Trascorsi appena nove mesi, ecco che arriva il... ”lieto” evento! Non il provvedimento ostativo, per il quale c’era l’impegno solenne di Chiodi, bensì l’autorizzazione a realizzare la discarica”.
In pratica Chiodi avrebbe prima votato contro l’impianto; poi, invece, avrebbe agito per autorizzarlo. “Possiamo - ha concluso il consiliere dell'IdV - ingenuamente pensare che Chiodi, com’è sua consuetudine, se ne sia dimenticato!"

sabato 21 agosto 2010

In Val d'Agri petrolio nelle sorgenti

http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_dallabasilicata_NOTIZIA_01.php?IDNotizia=356474&IDCategoria=1

mentre i politici di Ortona si divertono alla notte bianca gli stessi politici che vogliono petrolizzare Ortona e l'abruzzo ecco una nuova emergenza in val d'acri...

clicca sul link oppure fai copia incolla

lunedì 5 luglio 2010

croce rossa in abruzzo....e inciuci

Croce Rossa abruzzese e inciuci. Il J’accuse del Maresciallo Lo Zito



Come la definisce lui è la classica storia di ordinaria ingiustizia. Lui, è il maresciallo Vincenzo Lo Zito, dipendente della Croce Rossa Italiana Corpo Militare, che ha denunciato numerosi illeciti interni alla Croce Rossa abruzzese, prima di essere, guardacaso, trasferito per “incompatibilità ambientale”. Artefice degli strani affari, accusa Lo Zito, la Presidente Maria Teresa Letta, con la complicità di un entourage accondiscendente. I fatti contestati toccano diverse sfere dell’agire nella pubblica amministrazione ma attengono sempre alla stessa persona, che vuole tutto sotto il suo controllo e la sua direzione. La vicenda è stata regolarmente scartata dalla carta stampata e dalle televisioni. L’unica valvola di sfogo è il web. Grazie al quale il maresciallo ci ha contattati e ci ha concesso un piccolo colloquio, sperando nella forza capillare della Rete.

RS: Quali sono gli illeciti denunciati? Responsabili?

VLZ: Gli illeciti denunciati di cui sono venuto a conoscenza sono le firme illegali sui Mandati di Pagamento e Reversali di incasso, la gestione di ben due Conti Correnti a propria firma sia del Comitato Locale di Avezzano che del Comitato Regionale Abruzzo della Croce Rossa da parte della Signora Maria Teresa Letta (sorella dell’attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, ndr) presso la Banca Toscana di Avezzano sua città di residenza senza averne titolo alcuno. Oltre ai contratti di assunzione, gare di appalto fatte senza nessun criterio legale, e la gestione totale e arbitraria di tutta l’amministrazione della Croce Rossa Abruzzese svolta senza un legale iter burocratico. Oltre a pagamenti effettuati ad alcuni volontari per la loro opera che deve assolutamente essere svolta senza alcuna retribuzione..

RS: Quale dovrebbe essere stata l’esatta mansione della presidente Letta e cosa ha fatto, esattamente, oltre i propri doveri (prettamente politici?)

VLZ:

da Articolo 31 dello Statuto Nazionale Croce Rossa

Presidente Regionale

1. Il Presidente regionale, eletto dall’assemblea regionale fra i soci attivi della Regione, assume anche le funzioni di presidente dell’assemblea regionale e del consiglio direttivo regionale. Dura in carica quattro anni ed è rieleggibile per non più di una volta consecutivamente.

2. Convoca e presiede il consiglio direttivo regionale, nonché l’assemblea regionale, e cura i rapporti con le autorità regionali. In caso di assenza od impedimento del presidente, il vice presidente ne assume le funzioni.

Contrariamente a quanto sancito dal regolamento nazionale, la presidente Letta gestiva senza alcun titolo tutta l’amministrazione del Comitato regionale che spetta invece solo ed esclusivamente al Direttore regionale in quanto figura dipendente e strutturata nell’ente e non carica politica come la Presidente..

RS: Quali sono ruoli e “colpe” delle altre persone da lei accusate?

VLZ: I ruoli delle altre persone, di cui ho rilevato posizioni illecite, prima comunicate ai vertici dell’ente e poi denunciate alle autorità competenti sono:

- La presidente Letta che senza averne titolo alcuno gestiva tutta l’Amministrazione e a sua firma anche due Conti Correnti della Croce Rossa Regionale Abruzzo e del Comitato locale di Avezzano, presso la Banca Toscana di Avezzano sua città di residenza..

- Una dipendente che all’epoca dei fatti, aveva un contratto a tempo determinato e da poco sanata… che firmava unitamente alla Presidente Letta i Mandati di Pagamento come “Responsabile Amministrativo” non potendolo invece fare, dato che nell’unità regionale erano presenti sia un Direttore Regionale che un Funzionario Amministrativo livello C2 e un impiegato livello B strutturati a tempo indeterminato..

- Il Presidente del Comitato Locale di Avezzano sempre volontario che contrariamente ai regolamenti nazionali percepiva compensi per la sua opera, considerata prestazione occasionale.

RS: Lei è stato trasferito per “incompatibilità ambientale”. Da chi, e che si intende per incompatibilità ambientale?

VLZ: Sono stato trasferito per “incompatibilità ambientale” da un funzionario dell’Ente Croce Rossa che nel mese di Agosto 2008 – periodo noto per le ferie del personale - già capo dipartimento del Servizio Socio sanitario della CRI e firmandosi.. come Facente Funzioni dell’allora Direttore Generale (poi rimosso..) Andrea Des Dorides… tale Avv. Francesco Rocca (che dopo poco diventerà Commissario Straordinario della Croce Rossa Nazionale) il quale ordina con propria nota pro. CRI/CC/0055281/08 del 04/08/08 all’Ispettore Nazionale del Corpo Militare da cui dipendo di trasferirmi immediatamente, dato che sto secondo il suo parere (e secondo quello della presidente Letta) infangando il buon nome della Croce Rossa e degli stessi vertici, denunciando ripetutamente dei presunti illeciti. L’Ispettore Nazionale Colonnello Ridolfi (poi rimosso), in data 06/Agosto/08 mi trasferisce con effetto immediato presso la regione Umbria per “incompatibilità ambientale, considerata l’impossibilità di continuare a lavorare presso la medesima sede senza che a ciò si accosti seriamente il rischio di gravi conflittualità all’interno della normale attività dell’Amministrazione“. Nonostante, inoltre, non sia arrivato il nulla osta della Direttrice regionale D.ssa Maria Rita Salvetti. Tradotto: io rilevo anomalie che denuncio e loro mi dicono che sto in conflitto col normale andamento. E’ normale…

RS: Dopo le sue denunce, sono stati effettuati controlli dagli organi competenti, sia finanziari che giudiziari?

VLZ: Sì. Il Collegio Unico dei Revisori dei Conti della Croce Rossa, in data 14 Marzo 2008, effettua un’ispezione ad opera di tre funzionari preposti a rilevare ed accertare le anomalie da me denunciate. Durante l’ispezione sono rilevati molti degli illeciti e, giunti all’ora di pranzo, gli ispettori sospendono il loro lavoro (essendo stati invitati a pranzo dalla stessa presidente Letta, lasciando soli e sconsolati sia il sottoscritto che la Direttrice Regionale). Al loro ritorno in sede, senza nemmeno entrare in ufficio, mi informano che devono urgentemente rientrare a Roma per loro motivi e che sarebbero tornati il giorno successivo, pertanto sospendono il tutto e vanno via. Sto ancora aspettando un loro ritorno o una loro relazione. Ho denunciato anche questo episodio alla magistratura. Per quanto riguarda invece la denuncia degli illeciti sulla gestione del Comitato Locale di Avezzano dove la Presidente Regionale Letta ricopriva anche l’incarico di “Responsabile Amministrativa” con tanto di Conto Corrente gestito a sua firma. Il Servizio Ispettivo del Comitato centrale della Croce Rossa, accertando che la Letta non poteva essere “controllore di se stessa”, con nota 10325 del 08/02/2008 a firma del Dr. C. Acciaioli scrive: “nel caso segnalato si è constatato che i Mandati di pagamento relativi alla gestione del Comitato Locale di Avezzano siano sottoscritti dal Presidente Regionale. Tale prassi non appare conciliabile con il principio del buon andamento e dell’imparzialità, atteso che produce un evidente conflitto di interessi tra Organo Controllore e Organi Controllati“.

RS: In proposito, la Letta ha dichiarato: “Lo Zito mi ha mandato la Procura di Avezzano, dell’Aquila, di Potenza, la guardia di Finanza due volte, ha scritto al Capo dello Stato, ha scritto trenta lettere a mio fratello (ah bè, allora.. ndr) e a Storace, tutti i giorni. Tutti hanno dato ragione a me”.

VLZ: Le dichiarazioni della Signora Letta sono rese da lei e se ne assume le sue responsabilità (replica assunta da Agoravox.it, ndr). Qualora fosse vera la frase “tutti hanno dato ragione a me“, essa sarebbe da prendere in seria considerazione, in quanto avallerebbe l’ufficialità degli illeciti da me denunciati… e allora voglio essere condannato io per aver rilevato e denunciato degli illeciti.

RS: La Letta ha anche affermato che “Lui dice che è malato, si è rifiutato di farsi operare. Quando ha capito che era stato trasferito ha deciso di farsi ricoverare ma solo perché nel Dicembre 2007 gli era stato detto che doveva mettere un by-pass. E’ un bugiardo, dice che non può lavorare e poi lo troviamo che fa il trasporto dei malati dell’Unitalsi, e all’indomani del terremoto era con la maglietta del 118 (eroe, ndr), ripreso dal TG1. Ecco il malato che fa il fustigatore dei costumi! Il Maresciallo Lo Zito ce l’ha con me perché si faceva segnare 148 ore di straordinario al mese e dodici notturne. Dice che è malato, e sono due anni che non lavora ma va facendo di tutto per l’Italia”.

Diritto di replica per lei.

VLZ: La replica a queste assurde menzogne è pubblicata nell’articolo stesso che avete riportato. La mia malattia è assolutamente autentica (un infarto, una diagnosi che sottolinea stess e da emozioni). Poco tempo prima dell’evento avevo fatto regolare visita medica obbligatoria di idoneità (ex 626) senza nessun riscontro. E preciso che il trasferimento è stato appositamente fatto durante la mia malattia. Inoltre, come si evince dai documenti pubblicati sul mio blog, non ho mai effettuato quelle ore di straordinario come affermato dalla Letta; anzi, le uniche effettuate, e non certo 148 mensili, sono state per la maggior parte recuperate con riposi compensativi e non retribuite. E guarda caso regolarmente richieste e firmate da lei e dal Direttore Regionale.

RS: Sappiamo che lei ha contattato molti organi di informazione. Ci può dire quanti, quali esattamente, da chi ha ottenuto risposta, e da chi no?

VLZ: Purtroppo è notoriamente accertato che molti organi d’informazione sono di parte. Io li ho contattati quasi tutti e nessuno ha mostrato molto interesse nel voler scrivere qualcosa sulla mia assurda storia di ordinaria ingiustizia. Le Iene non hanno risposto, mentre Striscia la Notizia ad opera del sig. Max Laudadio, rispose alla mia richiesta; ci mettemmo in contatto con l’invio di molta documentazione da visionare. Appena saputa la persona da trattare, ha fatto marcia indietro e non mi ha più risposto al telefono. Ultimo in essere la redazione de il Fatto Quotidiano, che ha acquisito molti documenti, che il sig. Peter Gomez ha visionato dopo il falso scoop dell’indagine su Gianni Letta fratello della presidente regionale CRI. Stranamente anche lui si è dileguato proprio quando a suo dire doveva uscire l’articolo. La faccenda è invece stata trattata da Stefano Salvi, ex giornalista di Striscia la notizia, su una trasmissione andata in onda su SKY, da testate online siciliane e campane, e in ultimo su carta stampata, con “La Repubblica” nell’articolo “Forse si sta sgretolando il muro di omertà”.

RS: Quanta fiducia ha lei nel web affinchè questa cosa venga completamente a galla?

VLZ: Visti i risultati con la carta stampata e con le televisioni, confido molto nella Rete, perché la considero un mezzo di diffusione che arriva dovunque, specie con il passaparola. Sul web si riescono a diffondere notizie che potrebbero essere volutamente occultate.


RS: a proposito di quest’altra dichiarazione della Letta: “uno che ha fatto tutte queste porcherie io non lo volevo più. Anche perché approfittava di un direttore regionale, Sorride Ioffredi, che aveva il vizio del vino. Loro lo portavano a fare colazione con pizza e vino (gran colaziona all’italiana, ndr) e lui firmava tutto. Firmava straordinari, rimborsi spese a favore di Lo Zito e due amici: Fabio Raganelli e Carlo Cavazzoni. Dove sono queste persone? Tutte via? E lui? A spasso”. E’ per questo che lei è così ciccione? Alcol e carboidrati alle nove e mezza del mattino non fanno bene, lo sa?

VLZ: All’inizio la signora pensava che mi allineassi con il suo sistema “fai da te” e mi fece una delibera (che come tutte le cose abusive non aveva valore, dato che il responsabile unico del personale dipendente è il Direttore regionale) nella quale mi conferiva degli incarichi che superavano molto le normali mansioni del Direttore. Forse per ammollarmi… ma stranamente, dopo pochissimo tempo, si rimangiò tutto facendo un’altra delibera in cui mi tolse tutto.. ah ah ah conviene ridere.. dato tutte quelle persone menzionate sono state tutte e dico tutte allontanate. Ultimo io…

Grazie. speriamo che il nostro piccolo contributo “divulgativo” possa esserle d’aiuto per portare questa faccenda alla luce. Una bella bacchettata per i media che si professano liberi (non tanto quelli Mediaset, si sa da chi sono dipendenti) e poi mollano la presa. Se volete sostenere la causa del maresciallo Lo Zito, non avete che da seguire il suo blog, nel quale troverete non solo la documentazione a supporto, ma anche una petizione da firmare online, che sarà inviata al Presidente Napolitano per cercare di mettere fine a uno schifo italiano tra tanti. Perchè la Croce Rossa, da quanto si evince, in questo momento è marrone. Non lasciamo il maresciallo da solo e diffondete.

http://www.rassegnastagna.com/2010/01/12/croce-rossa-abruzzese-e-inciuci-il-jaccuse-del-maresciallo-lo-zito/

lunedì 15 febbraio 2010

VERGOGNA

IL CONSIGLIERE COMUNALE PAOLO CIERI ELETTO DAL CENTRO DEMOCRATICO

PASSA CON L'UDC....AMAREZZA DI TUTTI I MEMBRI E DELL'ASSESSORE COMUNALE DOTT. GRANATA GIUSEPPE IN CUI CREDEVA SU CIERI E AVEVA PUNTATO COME SUO CONSIGLIERE....

MA AVVOLTE I SOGNI DIVENTANO INCUBI...E CON QUESTO PASSAGGIO ALL'UDC CRIDIAMO AL TRADIMENTO.........

ORA.....INZIERA' LA RESA DEI CONTI...........

COSA SUCCEDERà NEL 2012??? CI SARA' UN PDL DI NUOVO AL POTERE?
CON IL CASO CENTRO OLI DI CUI PAOLO CIERI OGGI UDC E L'ATTUALE CONSIGLIERE COMUNALE DE IURE DOMENICO UDC VOTARONO A FAVORE....

PDL? PD?LA DESTRA?

BENE CARISSIMI, GIORNI FA LA SUPPOSTA COMPI' 110 ANNI L'EURO 10 ANNI NEL 2012 LA GIUNTA COMUNALE ATTUALE FARA' 5 ANNI DI GOVERNO.........

MA LA SOSTANZA DI QUESTI TRE ESEMPI???

NESSUNA PERCHE TRA SUPPOSTA , EURO, E GIUNTA L'ABBIAMO PRESO NEL ....

martedì 26 gennaio 2010

VERGOGNOSO

L’Italia batte un nuovo record, questa volta non proprio positivo: quello delle auto blu. Tenetevi forte: tra stato, regioni, province, comuni, enti pubblici e società miste pubblico-private, il totale è di ben 574.215 automobili. Come dire che se si mettessero una dietro l’altra formerebbero una fila che va da Roma a Mosca. Questo strabiliante dato è il risultato di un’indagine effettuata dall’Associazione Contribuemti Italiani, che ha stilato una classifica mondiale: dopo di noi al secondo posto ci sono gli Stati Uniti con 73.000 auto blu, seguiti da Francia (65.000), Regno Unito (58.000), Germania (54.000), Turchia (51.000), Spagna (44.000), Giappone (35.000), Grecia (34.000) e Portogallo (23.000).
Fra l’altro, nel nostro Paese le auto di rappresentanza pubbliche sono in vertiginoso aumento, visto che nel 2005 erano solo 198.596. E di conseguenza aumentano i costi. Sommando gli stipendi degli autisti, i rifornimenti di carburante e i pedaggi autostradali di queste auto, secondo l’Associazione contribuenti, la spesa annua arriva a 18,23 miliardi di euro. E poi si parla di risparmi…

Ragazzi l'america il triplo di noi come grandezza a solo 73mila auto blu e noi 574,215....per una spesa di 18.23 miliardi di euro......ora con questi soldi...quanti posti di lavoro si crerebbero..??? w l'italia di PD E PDL......